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giovedì 6 dicembre 2012

San Nicola e le nocciole.

               


Una delle domande che più frequentemente vengono rivolte ai Gualtieresi in questo giorno e sul perchè del lancio delle nocciole. La presenza delle nocciole è attestata non solo a Gualtieri, ma anche nella vicina San Pier Niceto, ma cosa lega la nocciola a Sana Nicola ?

La pietà dei fedeli ha visto in San Nicola uno dei santi più invocati per ogni occasione, fame, pestilenze, guerre, terremoti, calamità naturali...e lo ha designato come munifico dispensatore, non solo di grazie spirituali, ma anche materiali. Non mancano gli episodi della  sua vita che ne sottolineano la munificenza e la sollecitudine nei confronti dei bisognosi, come quando provvedette alla dote di tre verginelle che, altrimenti, avrebbero dovuto prostituirsi, non potendo, il padre, garantire loro la dote necessaria alle nozze, o quando intercedette presso l'imperatore perchè sgravasse Mira dalle imposte imperiali.

Anche dopo la dipartita ha continuato a provvedere ai suoi fedeli; non si contano i miracoli in tempo di carestia, quando, misteriosamente, arrivano nei porti di quelle città affamate navi colme di derrate alimentari; un prodigio simile è commemorato nella vicina Roccavaldina, con la suggestiva festa del "Convito" (dal latino convivium= pasto consumato in comune) durante la quale si ricorda il prodigioso evento narrato dagli avi.

In verità vi è anche un'altra ragione nel lancio delle nocciole, il frutto autunnale simboleggia abbondanza e fertilità già dai tempi dei romani che, proprio in questo periodo, festeggiavano i Saturnalia, una festa in onore del dio Saturno, i cui usi sono ancora vivi in molti luoghi d'Italia in occasione di feste patronali di santi e persino in alcune tradizioni natalizie.

           

Una affascinate ipotesi che qui formulo, mi è stata suggerita da diverse immagini apparsemi (vedi sopra) mentre ricercavo foto di nocciole; dopo alcune ricerche ho scoperto che le nocciole, sulla pianta, crescono a gruppi di 2 o 3, la mia ipotesi è, dunque, che le nocciole siano state scelte anche per questa loro peculiare caratteristica, infatti tre palle sono proprio uno dei simboli classici dell'iconografia nicolaiana, in ricordo di quei tre sacchetti colmi di monete che egli lanciò dalla finestra alle tre verginelle, è questo l'episodio più conosciuto, denominato praxis de tribus filiabus (vedi foto sotto), ricordato da Dante nella Divina Commedia:



Esso parlava ancor de la larghezza
che fece Niccolò a le pulcelle,
per condurre ad onor lor giovinezza.

(Purgatorio, canto XX, vv. 31-33)





Gentile da Fabriano
POLITTICO QUARATESI - SAN NICOLA DONA TRE PALLE D'ORO ALLE FANCIULLE POVERE
Città del Vaticano - SCV , Pinacoteca Vaticana
tempera su tavola cm. 36,5 x 36,5
1425

Nocciolata rinviata !


A causa delle condizioni meteorologiche avverse, il tradizionale getto delle nocciole è rinviato a sabato 8 dicembre, alle ore 15.00.

I festeggiamenti religiosi proseguono questa sera, alle ore 18.00, con la solenne Santa Messa nella chiesa madre.

mercoledì 5 dicembre 2012

San Nicola, un santo da invocare in tempo di crisi economica

Vi posto questo bell'articolo comparso su Cantuale Antonianum qualche tempo fa, quando gli effetti della crisi economica che stiamo attraversando iniziavano a farsi sentire. Bisogna rivolgersi ai santi non solo per richiedere grazie spirituali, ma anche materiali, se esse giovano al nostro bene e al bene altrui.


San Nicola di Bari: un santo da invocare in tempi di crisi economica e un santo che i vescovi possono imitare.
























Se c'è un santo che la tradizione cristiana ci indica come protettore in tempi di economia magra, 
per tutti i rischi che la crisi si porta dietro, questo è senz'altro San Nicola di Myra e di Bari,
 festeggiato proprio oggi in tutte le Chiese d'Oriente e d'Occidente.
Un santo di cui si sa pochissimo, se non che vive tra la metà del III secolo e l'inizio del IV,
nell'odierna Turchia, e che era vescovo della città di Myra. Le sue ossa, traslate a Bari nel 1087,
 continuano ad essere meta di pellegrinaggi, soprattutto dall'Oriente e dal nord Europa.
Nicola fu un vescovo che si occupò della fede del suo popolo
 (pare - secondo fonti tardive - che abbia partecipato al Concilio di Nicea del 325),
 ma senza dimenticare le necessità quotidiane, e divenne così un segno della Chiesa
 che non si scorda mai dei poveri (in questo imitando Dio, il vero Filantropo
cioè colui che ha amore per l'umanità).

Racconta la Leggenda Aurea che nella città dove si trovava il vescovo Nicola, 
c'era un uomo economicamente rovinato, padre di tre ragazze, le quali rischiavano di finire come
prostitute non essendo il loro padre in grado di pagare i debiti da cui era gravato.
Quando San Nicola lo venne a sapere, per tre notti consecutive, senza farsi scoprire,
 gettò nella finestra della stanza da letto delle figlie sacchetti di monete, 
salvando così le ragazze da un destino infausto e altrimenti già segnato. 
Il padre pagò i debiti e gli rimasero i soldi anche per la dote delle tre figlie,
 che poterono in tal modo sposarsi. 
(Per questo fatto, il santo di oggi viene rappresentato con gli abiti pontificali, 
la barba bianca e lunga da vescovo orientale, e in mano tre palle d'oro o tre portamonete).

Quanto è attuale questa vicenda! San Nicola mostra con efficacia che cosa deve fare ogni buon Vescovo,
 e tutta la Chiesa, in tempi di crisi: trasformarsi in pronto intervento per sostenere - 
anche economicamente - il vero e unico tesoro di Cristo e della Chiesa, 
che è rappresentato dai poveri, a costo delle ricchezze materiali della comunità
 (che servono proprio in questi casi).
San Nicola - proprio per la sua grande fama di taumaturgo - è diventato il proverbiale Babbo Natale, 
che a dicembre continua a dispensare i suoi doni. 
Quante persone si troveranno tra non molto nelle condizioni del padre delle tre ragazze
 (se già non vi si trovano adesso)? E' ora di imitare i santi, anche istituzionalmente
, mostrando che il loro esempio continua a incitare i cristiani e ad alimentare la "fantasia della carità",
 la quale "si fa" ma "non si fa vedere".
San Nicola - tra l'altro - è patrono principale della Grecia.
 Una nazione che in questo momento ha particolarmente bisogno dell'aiuto del suo santo protettore 
per non annegare nei debiti. Anche la Chiesa Greca,
 benché forse non allenata quanto la Chiesa Cattolica al pronto intervento 
economico nelle emergenze, può mettere mano ai propri "sacchetti di denaro" 
e salvare tante persone cadute in miseria o licenziate o comunque incapaci di ripagare i propri debiti.


Oremus:
Misericórdiam tuam, Dómine, súpplices implorámus,
et, beáti Nicolái epíscopi interveniénte suffrágio,
nos in ómnibus custódi perículis,
ut via salútis nobis páteat expedíta. Per Dóminum nostrum...

"Parafrasi": la colletta in Italiano.
Assisiti il tuo popolo, Dio misericordioso, e per l'intercessione del Vescovo San Nicola,
che veneriamo nostro protettore, salvaci da ogni pericolo nel cammino che conduce alla salvezza.
Per il nostro Signore....

Per approfondire: ecco un link interessante sulla ricognizione delle sue reliquie e l'emissione della cosiddetta "manna" di San Nicola



http://www.cantualeantonianum.com 

San Nicola di Bari, Primi Vespri


Carissimi lettori, oggi e domani il blog Gauterium vi proporrà la liturgia  di San Nicola, così che ognuno, anche da casa propria, anche coloro che sono emigrati, possano unirsi nella preghiera ufficiale della Chiesa, elevando ferventi suppliche al nostru caru patri.


(foto tratta da:http://www.facebook.com/photo.php?fbid=404943816240531&set=a.103632829704966.4727.100001747480086&type=1&theater)

V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. 


Inno


Iste Conféssor Dómini coléntes quem pie láudant pópuli per orbem, Hac die laetus méruit suprémos laudis honóres. Qui pius, prudens, húmilis, pudícus, sóbriam duxit sine labe vitam, donec humános animávit aurae Spíritus artus. Cujus ob praestans méritum frequénter aegra quae passim jacuére membra, víribus morbi dómitis, salúti restituúntur. Noster hinc illi chorus obsequéntem cóncinit láudem celebrésque palmas, ut piis eius précibus juvémur omne per aevum. Sit salus illi, decus atque virtus qui super caeli sólio corúscans, totíus mundi sériem gubérnat, Trinus et Unus. Amen.

1^ Antifona
Vi darò pastori secondo il mio cuore: con scienza e con sapienza vi guideranno a me (T. P. alleluia). SALMO 112 Lodate, servi del Signore, * lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore, * ora e sempre. Dal sorgere del sole al suo tramonto * sia lodato il nome del Signore. Su tutti i popoli eccelso è il Signore, * più alta dei cieli è la sua gloria. Chi è pari al Signore nostro Dio che siede nell'alto * e si china a guardare nei cieli e sulla terra? Solleva l'indigente dalla polvere, * dall'immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i principi, * tra i principi del suo popolo. Fa abitare la sterile nella sua casa * quale madre gioiosa di figli. 1^ Antifona Vi darò pastori secondo il mio cuore: con scienza e con sapienza vi guideranno a me (T. P. alleluia). 2^ Antifona Sarò io il pastore del mio gregge: cercherò chi è perduto, ricondurrò chi è lontano (T. P. alleluia). SALMO 145 Loda il Signore, anima mia: † loderò il Signore per tutta la mia vita, * finché vivo canterò inni al mio Dio. Non confidate nei potenti, * in un uomo che non può salvare. Esala lo spirito e ritorna alla terra; * in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni. Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe, * chi spera nel Signore suo Dio, creatore del cielo e della terra, * del mare e di quanto contiene. Egli è fedele per sempre, † rende giustizia agli oppressi, * dà il pane agli affamati. Il Signore libera i prigionieri, * il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, * il Signore ama i giusti, il Signore protegge lo straniero, † egli sostiene l'orfano e la vedova, * ma sconvolge le vie degli empi. Il Signore regna per sempre, * il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione. 2^ Antifona Sarò io il pastore del mio gregge: cercherò chi è perduto, ricondurrò chi è lontano (T. P. alleluia). 3^ Antifona Il buon pastore ha dato la vita per le sue pecore (T. P. alleluia). CANTICO Ef 1, 3-10 Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, * che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti * prima della creazione del mondo, per trovarci, al suo cospetto, * santi e immacolati nell'amore. Ci ha predestinati * a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, * secondo il beneplacito del suo volere, a lode e gloria della sua grazia, * che ci ha dato nel suo Figlio diletto. In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Dio l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, * poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero del suo volere, il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, * quelle del cielo come quelle della terra. Nella sua benevolenza lo aveva in lui prestabilito * per realizzarlo nella pienezza dei tempi. 3^ Antifona Il buon pastore ha dato la vita per le sue pecore (T. P. alleluia). Lettura breve 1 Pt 5, 1-4 Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri, secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce. Responsorio
R. Sacerdoti del Signore, * benedite il Signore! Sacerdoti del Signore, benedite il Signore!, V. Lodate Dio, fedeli e umili di cuore: benedite il Signore! Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Sacerdoti del Signore, benedite il Signore!

Antifona al Magnificat Sacerdote di Dio, esempio e pastore del tuo popolo, fosti caro al Signore (T. P. alleluia).

CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55) L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.
Antifona al Magnificat Sacerdote di Dio, esempio e pastore del tuo popolo, fosti caro al Signore (T. P. alleluia).


Intercessioni

Gloria a Cristo, costituito sommo sacerdote per gli uomini davanti a Dio. Uniti nella preghiera della sera, invochiamo il suo nome: 

Salva il tuo popolo, Signore.

Tu, che hai suscitato nella Chiesa pastori santi e sapienti,
- fa' che la comunità cristiana sia sempre guidata da uomini saggi e generosi.

Hai perdonato le colpe del tuo popolo per le preghiere di pastori santi, che intercedevano come Mosè,
- per i loro meriti purifica e rinnova sempre la tua Chiesa.

Hai scelto in mezzo ai fratelli gli animatori del tuo popolo e li hai consacrati con l'unzione dello
Spirito Santo,
- riempi dei suoi doni coloro che hai posto alla guida della santa Chiesa.

Tu, che sei l'eredità degli apostoli e dei loro successori,
- fa' che nessuno si perda di quanti hai redento con il tuo sangue.

Tu, che per mezzo dei pastori della Chiesa assisti i tuoi fedeli, perché nessuno li strappi mai dalla tua mano,
- fa' che i vescovi, i sacerdoti e i fedeli defunti si riuniscano tutti nella gioia del tuo regno.

Padre nostro.



Orazione

Padre santo, che nel Vescovo Nicola ha dato alla tua Chiesa un maestro di fede, invitto nel difendere la verità dagli assalti dell'errore e un pastore buono instancabile nel donarsi a tutti, dona una fede salva , e un amore aperto e generoso al tuo popolo che lo venera come protettore. Per il nostro Signore.

(Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono)

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.

R. Amen


San Nicola di Bari, programma festeggiamenti.


martedì 4 dicembre 2012

Viva, viva Santa Nicola !


La preparazione alla festa liturgica di San Nicola ha raggiunto il suo apice; oggi avrà termine la tradizionale novena, espressione profonda del legame fra i Gualtieresi e il loro Santo Patrono.

Queste tre serate che precedono la festa (3,4,5 dicembre) vedono le strade e i vicoli del paese animate dall'incessante melodia dell'inno a San Nicola,  cantato da gruppetti di bambini, adolescenti, giovani e adulti che si aggirano per le case dei vari rioni  battendo ad ogni porta ed eseguendo l'inno dialettale. Le porte si aprono e, al termine del canto, vengono offerti dei dolci, delle bevande, del vino o anche una offerta di denaro. Un tempo venivano offerti fichi secchi e noccioline, era un modo per poter gioire tutti insieme, nella carità fraterna, stemperando la fame alla quale costringeva la miseria imperante.

Oltre ai gruppetti di paesani, anche la banda cittadina esce per le vie, facendo risuonare l'inno, quasi incessantemente, la melodia si interrompe solo nelle soste che si compiono per consumare quanto i generosi paesani offrono.

L'atmosfera che si respira in queste fredde sere di dicembre è unica, ognuno inneggia al colui chi ni pruvvidi, certi che, ancora una volta ascolterà il grido dei suoi figli.


lunedì 26 novembre 2012

Viniti Guatiroti e sta sira...


Questo l'invito che gli antichi canti in dialetto indirizzano a tutti i Gualtieresi da questa sera, poichè ha inizio la preparazione alla solennità liturgica del Santo Patrono, San Nicola di Bari.

Gualtieri si appresta a vivere una delle pagine più caratteristiche della sua storia e della sua tradizione: la festa invernale del 6 dicembre, certamente meno conosciuta rispetto a quella estiva, ma non meno intensa e suggestiva. E' una festa più intima, più raccolta, ma sempre colma di gioia e di devozione, particolarmente conosciuta per il singolare rito della "nocciolata", una cascata di nocciole lanciate dai balconi di Piazza Duomo, ma che presenta anche altre belle tradizioni che si rinnovano di anno, in anno, venendo trasmesse di padre in figlio, nei prossimi giorni seguirà una esposizioni di queste belle manifestazioni che auspichiamo possano conservarsi ancora.


domenica 21 ottobre 2012

Un antico rituale



In questo periodo c'è una attività che impegna e accomuna un po' tutti i Gualtieresi: la raccolta delle olive.
Già, quasi tutti, lì, sugli alti terrazzamenti, possiedono qualche ulivo che dona il suo prezioso frutto. Questa attività, che può durare anche parecchie settimane, è condotta ancora in maniera quasi del tutto tradizionale, avvalendosi di reti di nailon stese ai piedi degli alberi per raccogliere i frutti, di canne di fiume per rimazzare cioè scuotere i rami più alti e far cadere le olive.

La prima fase è quella dello spinnari, cioè raccogliere a mano le olive, mettendo da parte quelle più perfette nella forma e nel colore, quelle più verdi, destinandole ad essere messe in salamoia o ad essere denocciolate e condite con vari aromi, dopo essere state a bagno per svariate ore.

Segue la raccolta vera e propria che raccoglie le famiglie (anche i più piccoli contribuiscono alla raccolta con i loro piccoli panieri). La campagna, ormai  poco frequentata, si anima di voci, risate, mezzi di trasporto e amici e parenti che si aiutano a vicenda.

E' un'atmosfera particolare quella che si respira in questi giorni, la campagna autunnale si trasforma, si riempie delle tonalità del giallo delle foglie rinsecchite, del marrone delle castagne che escono dai loro gusci spinosi e dell'arancione delle arance che si stanno ormai maturando.

E poi, finalmente, dopo tanta fatica, ecco arrivare il prezioso liquido, fluisce col suo colore dorato dal frantoio, continuamente in movimento per la grande mole di lavoro cui è sottoposto.

Un ultimo rituale è quello dell'assaggio, solitamente su una fetta di pane, per assaporare il frutto del proprio lavoro, e non manca di certo la condivisione con amici, parenti e vicini di casa. E' un rituale antico, che si perpetua da generazioni e che non smette di tessere legami sociali ed esprimere la meraviglia della natura e dell'ingegnoso lavoro dell'uomo.

venerdì 5 ottobre 2012

Festa dell'Addolorata

Ecco alcuni scatti della festa dell'Addolorata, tenutasi a Soccorso, Domenica 30 settembre.